Villa Lante, il Parco – è preesistente al Giardino terrazzato fatto costruire su committenza del cardinale Giovan Francesco Gambara dopo la metà del XVI secolo.

Il Parco detto all’epoca “Barco” fungeva da territorio di caccia ai vescovi di Viterbo che non appena insediati nella nuova diocesi di Viterbo nel 1192, cominciavano a frequentare Bagnaia. Quale posto migliore nel week-end e d’estate, quando la calura fa da padrona?

Così pensavano anche i vescovi di Viterbo che col passare del tempo fecero costruire degli acquedotti per portare acqua nel parco che nel frattempo venne recintato, fecero costruire delle fontane rustiche, la Casina di caccia e un pozzo per la neve.

Ossia la ghiacciaia del tempo, dove veniva immagazzinata della neve compattata in inverno che si manteneva per l’estate pronta per l’utilizzo come ghiaccio per rendere fresche le bevande.

Il parco dal punto di vista simbolico rappresenta la natura lasciata libera, allo stato “selvaggio”, con i boschi e le piante non potati e quindi non controllati dalla ragione, come invece voleva la visione del mondo rinascimentale. I bei lecci secolari il verde lussurioso del parco rappresenta l’età dell’oro dell’umanità, quando gli Uomini si accontentavano dei prodotti della natura e non bramavano ancora al potere, non c’erano ancora le guerre e tutti vivevano in pace.

Dal parco si entra nel Giardino terrazzato, dove invece è tutto sotto controllo, l’architettura del verde, delle costruzioni, dell’intero giardino creano l’artificio in cui tutto è finalizzato a creare l’armonia e l’ordine cosmico.