La necropoli rupestre etrusca di Castel d’Asso. Viterbo.

La necropoli rupestre etrusca di Castel d’Asso. Viterbo.

C’è a soli sei chilometri da Viterbo, nel cuore d’Italia, una necropoli del colore del tufo rossastro, scolpita nelle balze digradanti del canyon di un corso d’acqua chiamato Freddano.

Sono 69 nove tombe scavate nella roccia dagli Etruschi che vivevano dall’altra parte dello stesso canyon, dal VI secolo a.C. al II a.C., su uno sperone tufaceo dai lati scoscesi.

I vivi, dalla loro acropoli, avevano la vista sui vari tipi di tombe tra le quali, quelle più monumentali (IV-III secolo a.C.) ricordavano loro quali fossero i personaggi più importanti della loro città. Città che era sotto la sfera d’influenza della lucumonia di Tarchna (Tarquinia etrusca), una delle città della dodecapoli etrusca.

La città dei morti con le tombe a facciata che recano la finta porta, cioè la porta dell’aldilà etrusco, stranamente, si concentrano in un’unica zona. Cosa che non si riscontra in nessun’altra necropoli rupestre della Tuscia, la nostra bella terra, che abbonda di necropoli rupestri etrusche le quali, pensate, hanno dei confronti solamente in Asia Minore!

Questi monumenti funerari etruschi di Castel d’Asso sono scolpiti nel tenero tufo su una lunghezza di 400 metri complessivi, su due e tre ordini.

Per fortuna raggiungere la necropoli rupestre oggi chiamata di Castel d’Asso è facile. Si lascia il mondo alle spalle, immergendosi nella natura e nell’archeologia, andando a ritroso nel tempo dai nostri giorni al Novecento, all’Ottocento, al Medioevo e agli Etruschi.

Si cammina sulle vie Ovest (IV secolo a.C.) e Est (VI secolo a.C.) che furono scavate nella roccia, come tutto nella necropoli, e che conservano ancora i solchi scavati dalle ruote dei carri nel tufo.

Tra le tombe da non perdere visiteremo la Tomba Orioli, la Tomba Grande, la tomba 20 di Vel Urinates Salvies, la tomba dei Tetnie.

La tomba a facciata tra architettura funeraria e rito:

La tomba a facciata si sviluppò dalla tipologia a dado di Cerveteri, e si divide nelle quattro parti seguenti:

La facciata, appunto, con la finta porta a becco di civetta che immette simbolicamente nell’oltretomba. La piattaforma sulla sommità del dado, dove si svolgevano i sacrifici per i defunti.

Il vano di sotto-facciata che reca un’altra finta porta e che è collegato tramite una scala alla piattaforma. Nel vano di sotto-facciata veniva consumato il pasto rituale.

Sotto il vano di sotto-facciata, si scavava la camera funeraria per la deposizione dei corpi solitamente entro sarcofagi.

L’accesso alla camera funeraria avveniva attraverso un corridoio a cielo aperto.

 

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