Visitare il Parco dei Mostri e Villa Farnese a Caprarola. 1 giorno alla scoperta di due Ville del ‘500

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Parco dei Mostri

Parco dei Mostri

Come si svolge la giornata? Mattino o pomeriggio si va alla scoperta dei segreti del Sacro Bosco, conosciuto come il Parco dei Mostri, mentre l’altra parte della giornata viene dedicata al superbo palazzo-fortezza di Caprarola.

Il Parco dei Mostri a Bomarzo sorge in una valle cosparsa di enormi blocchi di roccia vulcanica, intricati nella vegetazione, nelle radici di querce e di lecci secolari. Il giardino originariamente fu chiamato “il boschetto” dal suo ideatore Pier Francesco Orsini, ed è popolato da figure spesso gigantesche, dalle proporzioni volutamente “sproporzionate”. Vale a dire, accostando delle proporzioni ingigantite a quelle rimpicciolite, che significa un capovolgimento dei canoni del primo Rinascimento. A quale scopo? Ve lo dirò sul posto.

Il Giardino inizia ad essere costruito poco prima della metà del secolo XVI, ed è il risultato del percorso di una vita intera, di Pier Francesco Orsini che porta avanti le opere fino alla morte avvenuta nel 1585, quindi si tratta del periodo della Riforma e Controriforma, il che già svela molto dell’atmosfera storica.

Le figure sono di animali, di esseri mitologici, di statue parlanti, di mascheroni, scolpiti direttamente nella roccia vulcanica sporgenti dal terreno, facenti tutt’uno con la natura. Ma non sono solo le statue a trasmettere delle sensazioni che, come capirete durante la visita, nascondono una celata verità. Anche le costruzioni si rivelano straordinarie, come ad esempio la Casa storta, costruita intenzionalmente pendente, e dove si entra per sperimentare un’altra realtà.

Dall’alto della cima della collina, sopra ogni cosa, domina un Tempio. Sacro. L’insieme del percorso si inserisce in una lettura che era tipica dei Giardini Rinascimentali, quella neoplatonica, tuttavia, nel caso del Sacro Bosco riesce ad essere unica, per il modo in cui i significati vennero tradotti, e cifrati attraverso la fantasia, nelle sculture e nelle architetture.

L’Orsini che era di grande cultura, creò un suo microcosmo attraverso l’arte della sua epoca, mettendoci le sue proprie culturali, letterarie, sceniche, storiche ed episodi del proprio vissuto.

Da fare al Parco dei Motri? Attraversare il bosco incantato, dove Vicino Orsini, a distanza di cinquecento anni, vi fa compiere un viaggio spirituale. Durante il quale si incontra l’Orco che vi inviterà ad entrare nella sua bocca! Si scopre il Gigante, il Basilisco, la Tartaruga gigante, il Drago, Proteo, Plutone, e tante altre sculture ancora. Apparentemente può sembrare un gioco in cui è Vicino Orsini che ci coinvolge, all’aiuto delle iscrizioni e le creature fatte scolpire a quanto pare, da grandi artisti, nella realtà ci pone davanti ad enigmi da risolvere. Ma voi, saprete sciogliere i misteri!

Palazzo Farnese di Caprarola. La Scala Regia.

Palazzo Farnese di Caprarola. La Scala Regia.

A Caprarola si va ad esplorare il palazzo-fortezza del Gran Cardinal Farnese (1520-1589), una villa suburbana degno di un papa.

Il cardinal Farnese era ricco, con un ruolo chiave nell’amministrazione della Corte Pontificia e mecenate d’arti. Dopo la morte del nonno, papa Paolo III, si lanciò nella committenza di moltissime opere, secolari e religiose nell’Urbe e fuori. In quell’epoca, anni ’60 del 1500, prediligeva uno stile decorativo, con delle superfici molto estese, ornate di stucchi, dorature, tanti dettagli dalle trame fitte, di emblemi, di infinite figure di allegorie, di greche, di tessuti preziosi, ad enumerarle quasi impossibile.

Comunque, si tratta di un gusto estetico che rende alla perfezione l’idea della ricchezza e del prestigio, non solo nel senso patrimoniale però, ma anche nel senso culturale, perché gli affreschi di Caprarola abbracciano un insieme di filoni, impostati sull’ermetismo, e sulle conoscenze umanistiche, come vedremo durante il percorso. Gli affreschi abbracciano l’arco temporale che va dal 1560 fino al 1583, un periodo che coincide pressoche interamente con le intenzioni del Gran cardinale di farsi eleggere papa, cosa che invece non si realizzò mai.

Il Palazzo Farnese di Caprarola deve la sua forma pentagonale alla vecchia Rocca, che costituisce la base dello stesso palazzo, ed è quanto rimane, appunto, dalla Rocca che fu fatta costruire dal nonno del Gran Cardinal Alessandro, ma mai compiuta. La Rocca fu disegnata niente di meno che dal Sangallo, mentre fu Jacopo Barozzi da Vignola (1507-1573) ad essere incaricato dal cardinale con il compito di trasformare la Rocca in un edificio di rappresentanza e di diletto.

Il palazzo, un pentagono a cinque piani con una corte circolare aperta, e con una scala elicoidale rappresentativa, fu realizzato in soli venticinque anni. L’andamento dei lavori era sotto il controllo stretto dello stesso architetto e di suo fratello, al fine di garantire la precisione dei dettagli della costruzione.

La visita sarà molto interessante, anche perché alcune delle nostre guide hanno fatto delle ricerche sugli affreschi, sui personaggi raffigurati per esempio, che sono ancore delle informazioni inedite.

Come si sviluppa il percorso di visita?

Il percorso di visita vi condurrà dalla piazzetta antistante al palazzo, al pianterreno con il cortile circolare e la Sala delle Guardie. Si accede poi al Piano Nobile salendo la scala a chiocciola, chiamata Scala Regia per la maestria con la quale fu disegnata disegnata e realizzata. Dopo aver ammirato le tante sale affrescate del Piano Nobile, tra cui quella del Mappamondo, seguono i Giardini bassi, all’italiana.

Si sale con una passeggiata al Parco terrazzato, costruito con lo sbancamento della roccia nel pendio della collina, per arrivare ad una sequenza di fontane monumentali con giochi d’acqua e la Casina del piacere. Quest’ultima è circondata da labirinti di bosso, fontane, e delle sculture, forse scolpite anche da Pietro Bernini (1562-1629), il padre del più famoso Gian Lorenzo.

Il Parco fu disegnati dal Vignola, ma il primo esecutore ne era Giacomo del Duca (1520-1604), mentre la Casina del piacere fu realizzata da  Giovanni Antonio Garzoni (1537-1596).

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