Valentano

Alla scoperta della Tuscia: Valentano

Il Castello Farnese, il Museo della Preistoria.

Valentano

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Valentano occupa una collina nella parte NO del lago, una cittadina d’impianto medioevale dominata dal suo monumento più importante, l’imponente Castello Farnese che dal 1996 accoglie il Museo della Preistoria della Tuscia. Dando uno sguardo sul castello, scorgerete la torre, il nucleo difensivo ricostruito nel 1296, intorno al quale l’intera costruzione fu eretta e poi ampliata soprattutto dai Farnese che cominciarono ad abitare la fortificazione dal 1354. Un ampliamento notevole risale al periodo intorno al 1488, data del matrimonio tra Angelo, figlio di Pier Luigi il Seniore e Lella Orsini di Pitigliano, con la realizzazione del Cortile d’amore, poi al tempo del matrimonio di Pier Luigi Farnese junior con Gerolama Orsini nel 1519 e ancora al momento dell’elevazione al soglio pontificio di Alessandro Farnese, Papa Paolo III quando fu realizzata la loggia e che per questo porta il nome del Pontefice. Parte cospicua dei lavori fu affidata ad Antonio da Sangallo il giovane, architetto di fiducia dei Farnese. I Farnese dovettero abbandonare il castello di Valentano nel 1649 come conseguenza della guerra con lo Stato Pontificio e la distruzione di Castro, capitale del ducato. Nel 1731 il castello fu adibito a Monastero delle Suore Dominicane le quali fecero varie modifiche alla struttura, e costruirono una scala santa nell’antica scalea di Alessandro Farnese, conservando gli splendidi affreschi cinquecenteschi che possiamo ammirare ancora oggi. Il Museo della Preistoria nella sua prima sezione presenta dei reperti dal Paleolitico attraverso il Neolitico, l’Età del Rame, l’Età del Bronzo, l’Età del Ferro. La sezione del Paleolitico apre con interessanti fossili di zanne di Elephas Atiquus (databili a c.a. 500.000 anni fa), troviamo degli strumenti in selce (industria litica Acheuleana), raschiatoi (industria Musteriana), ciottoli incise e pendagli in pietra. I reperti dell’Età del Rame comprendono armi e ornamenti recuperati nelle “tombe a grotticella” della cultura di Rinaldone, delle quali abbiamo due ricostruzioni a dimensioni originali.

Riguardo all’Età del Bronzo vedremo delle ceramiche, bronzi, e a sorpresa, oggetti in legno perfettamente conservatisi, provenienti dal villaggio su palafitte che sorgeva sulle rive del lago di Mezzano. Vedremo anche i reperti provenienti dalla grotta cultuale di Monte Venere sul lago di Vico e degli oggetti appartenenti alla cultura villanoviana. La seconda sezione, la Sala Etrusca è dedicata ai preziosi reperti di questa civiltà divisi per aree di provenienza, prevalentemente di Vulci e Cerveteri. La sezione Medioevale-Rinascimentale presenta ceramiche farnesiane provenienti dal butto del castello e prodotte a Castro (capitale del ducato), delle ceramiche provenienti da vari butti di Valentano, ma anche oggetti in vetro locali o prodotti a Murano. Nella Sala d’armi sono esposte delle armi da fuoco dell‘800 e del ‘900, spade e armi bianche.

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